E i presupposti per una vita felice ci sono tutti: trasporto e passione, valori condivisi e aspirazioni comuni, un progetto per il futuro e il giusto entusiasmo della partenza.
Poi...
A volte li senti rigidi, freddi e spigolosi come la pietra. Ci sbatti contro, non puoi evitarli. Tumefatto e rassegnato ti volti e te ne vai.
Altre volte sono liquidi, squallidi, senza sapore. Vorresti cambiarli, dargli forma o respingerli con forza, ma il tuo pugno non li plasma, la tua mano affonda in una sostanza che non cambia.
Sono alcuni atteggiamenti delle nostre relazioni quotidiane.
Sferzano umiliando come schiaffi, quando sono fatti di figli e di genitori. Fendono e uccidono come spade, quando appartengono alla coppia.
E proprio la coppia è la prima vittima di tanti comportamenti apparentemente innocui, di vari atteggiamenti più o meno distratti verso i bisogni altrui. Nessuno è immune. Neppure io. Lo so bene. Mi fa male. Mi fa paura.
Eppure, ogni coppia all’inizio del proprio rapporto d’amore sogna: una storia romantica che non finisca mai. Spera: un amore coinvolgente che duri per sempre.
E i presupposti per una vita felice ci sono tutti: trasporto e passione, valori condivisi e aspirazioni comuni, un progetto per il futuro e il giusto entusiasmo della partenza.
Poi, arrivano la quotidianità e la noia di tanti gesti ripetuti, mentre i sentimenti lentamente si spengono. Si accendono, piuttosto i ri-sentimenti per ogni parola taciuta, le delusioni di tante aspettative mancate.
Ma cosa succede? Cosa ci ferisce a morte?
Probabilmente, la relazione. Non si cura più la relazione.
Non si cresce più insieme e nella stessa misura. Non si pensa in due. La sessualità si blocca, oppure diventa priva di attenzioni e i corpi cambiano velocemente in pochi anni. Le famiglie di origine, con il loro stile e le loro abitudini, invadono la coppia. Arrivano i figli che sottraggono spazio e tempo. Qualche volta, anche le difficoltà economiche.
Si consolidano fastidiosi atteggiamenti, egoistici e comodi comportamenti. Dopo alcuni anni ci si ritrova lontani, sconosciuti, indisposti e, con rassegnazione, si rischia di decretare la fine di un prezioso e importante rapporto d’amore.
Una situazione comune. Solo una descrizione di una possibile storia di litigi e delusioni che spesso attraversano le nostre fragili lusinghe d’amore.
Ma, forse, quel filo esiste ancora. Se fatto di sani valori, resiste. Bisogna ritrovarlo, scavare in profondità, portarlo alla luce.
Eccolo. Il legame iniziale c’è ancora. È la relazione che si è persa.
Ravvivare la fiamma dei sentimenti, soffiare sulle braci di un amore soffocato, non è facile né comodo. Costa caro. Almeno per me. Ma sono consapevole che ogni relazione d’affetto non è fatta solo di sentimenti e forti emozioni, ma soprattutto d’impegno e volontà.
A me è necessario prima di tutto un click, per sbloccare quel meccanismo interiore che m’impedisce di guardare l’altro con occhi miti e disponibili all’incontro. È un click che trasforma il mio atteggiamento di offesa e difesa in un più saggio gesto di umiltà. I miei puntigli così si arrendono e il mio cuore cerca pace.
Cambiare atteggiamento e pretese è una faticosa decisione d’amore e umiltà. Questo passaggio, comunque, non mi fa sentire più debole, ma più umano. In quell’istante capisco: gran parte dei miei sentimenti dolorosi sono nati e nutriti dalle mie attese, più che dalle azioni e reazioni altrui. In quell’attimo mi rendo conto: ho troppe aspettative sulla persona che amo, e non voglio perdonarla per essere quella che è: diversa da come la vorrei.
Con questo nuovo stato d’animo, però, in quei rarissimi momenti, è più facile fare il secondo decisivo passo: comunicarci i nostri sentimenti senza giudicarli, le nostre ragioni senza accusarci, fino a perdonarci, nell’impegno di qualcosa di concreto per il bene di entrambi.
Io trovo liberante nominare e descrivere i sentimenti poco graditi che vivono dentro di me, anche senza il mio permesso. Trovo consolante ascoltare e sentirmi ascoltato senza dovermi giustificare.
Una questione di click che vivo come un dono, un momento di grazia, una vera e propria benedizione che supera i limiti della mia mediocre umanità. E chissà che non c’entri qualcosa con quella grazia e con quel Dio davanti al quale abbiamo portato il nostro amore, dinanzi a cui abbiamo pregato insieme e promesso amore, sempre.
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