COS'È L'UOMO? - In cimitero d'autunno, la sera. (sul senso della vita e della morte)

Qui la domanda ricorre assillante: «Cos’è l’uomo?» E che senso può avere il suo viaggio se non sa da dove viene e non ha una meta da raggiungere?
«Dimmi qualcosa tu! Fammi sapere, se puoi» - urlo in silenzio alla tomba che mi sta di fronte.
Mio papà, da quella foto, mi guarda, tranquillo, non parla. Ma quel suo mezzo sorriso sembra quasi dirmi qualcosa...




Cammino lentamente nel suono dei miei passi sul ghiaino, fissando dubbioso quello strano luogo. Là, vita e morte s'incontrano, vivi e defunti si attendono. Varco il grande cancello di ferro del piccolo cimitero di paese, tra i bagliori di un tardo sole, nel raccoglimento del tramonto. Scompare, zigzagando tra le tombe, anche l’ultima sagoma lontana. Una folata d’aria mi riporta l’odore dei fiori macerati nell’acqua dei vasi. Pochi istanti e mi ritrovo circondato dagli sguardi fissi di tanti visi passati che ora abitano queste lapidi.
Alcuni li riconosco e mi sorridono ospitali, altri sembrano ammonirmi con sapienza, qualcuno guarda altrove pensoso.
Mi pare di sentire ancora vive le loro voci, nei diversi timbri di ciascuno: le giovani risate, le grida e i bisbigli di quel tempo ormai andato. Ogni tomba qui è diversa, come la storia originale di ciascuno. Diversi erano i loro sentimenti e le loro speranze, le fatiche e le sofferenze patite, gli amori e le passioni bruciate. Miseria e ricchezza, semplicità e superbia, ignoranza e cultura, sepolte nella stessa umile terra.
Chi di loro avrà cercato il senso della vita e la felicità? Chi avrà amato così tanto da essere morto sazio del proprio tempo? Oppure, avranno sciupato l’occasione unica di vivere?
Ormai è quasi buio. Mi guardo intorno nel desiderio di scorgere luce, in questo posto in cui si spegne l’ultimo raggio della vita.
Il cimitero mi costringe a pensare, mi spinge a cercare il perché della vita, il significato dell’uomo. Il cimitero non serve ai morti, è utile ai vivi: fa risorgere affetti, ricongiunge contatti perduti. È uno degli ultimi luoghi dove ancora si ravviva il bisogno di fede, si intraprende la ricerca di Dio. Qui la domanda ricorre assillante: «Cos’è l’uomo?» E che senso può avere il suo viaggio se non sa da dove viene e non ha una meta da raggiungere?
«Dimmi qualcosa tu! Fammi sapere, se puoi» - urlo in silenzio alla tomba che mi sta di fronte.
Mio papà mi guarda, tranquillo, non parla. Ma quel suo mezzo sorriso sembra quasi rispondermi: «Scommetti. Cerca, ascolta, rifletti e poi scommetti.» Il suo corpo, purtroppo, non vive più: ora è materia qualunque. Anche il mio, in fondo, è un unico e grande ammasso di atomi uniti insieme, che continuano però, incredibilmente, ad avere percezione di sé. Eppure, ogni mia cellula non immagina lontanamente di esistere. Come cieca, è guidata per mano a creare, in uno spazio distribuito, coscienza e ragione, amore e poesia, scelte e volontà capaci di evolvere, scrutare e perfino cambiare, nel bene e nel male, il mondo che la circonda. Siamo solo carne o qualcosa di più? Viviamo in un corpo, ci illudiamo di possederlo, di dominarlo, ma guardando queste tombe restiamo delusi.
La grandezza dell’uomo è forse frutto del caso e non esiste senso nella vita, oppure siamo un voluto disegno di Dio? Siamo esseri inutili e fine a se stessi o abbiamo una missione d’amore da compiere?
Proprio qui, più che in ogni altro luogo, s’inserisce la scommessa di ciascuno. Qui si può riaccendere, nella promessa cristiana, un nuovo raggio di speranza in una possibile vita eterna.
Puntare è urgente, coraggioso e necessario. Fra noi e quelle tombe si gioca il nostro tempo.

1 commento:

  1. Una delle consapevolezze più importanti che ho avuto nel mio cammino di fede è stata la chiarezza che la vita eterna non è..dopo..è ora; vivere per l'eternità vuol dire scommettere sulla vita, per la vita, nella vita, senza tatticismi o ideologie. Dio ci chiede di Vivere, non di lasciarci trascinare dalla quotidiana sopravvivenza..Dio ci ha dato la possibilità libera di agire, e,come dici tu, farlo è urgente, coraggioso e necessario. Ed è l'unica cosa che ci fa essere Fedeli nel senso più alto e vero del termine. Fedeli alla Vita e all'Amore. Fedeli a noi che siamo Dono di Amore.

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