... Un tempo il sesso era tabù, scomodo e nascosto, spesso in simbiosi col senso di peccato, quasi che Dio lo avesse creato per poi condannarlo. La colpa e il disagio potevano privare di ogni gioia quel gesto d’affetto.
Ora, la sessualità è interpretata, o meglio mostrata, quasi unicamente nel suo aspetto più ludico e leggero, come emozione da consumare senza regole, come momento di piacere da accumulare, ripetere, collezionare.
A volte rischia di diventare una realtà falsata, fatta di forme plastiche, di bellezza irreale, di donne senza storia, per le quali il tempo non passa, in calendari che non si sfogliano ma si spogliano...
Ai nostri figli, che si affacciano alla dimensione dell’affettività e dell’amore, viene servita una sessualità artificiale, completamente disgiunta da un impegno personale, e soprattutto separata dal concetto di procreazione.
Ogni rapporto sessuale, invece, è sempre un atto di grande responsabilità, proprio perché è l’azione prima che genera la vita.
È quel gesto delicato che abbraccia totalmente due persone, oltrepassando il limite del pudore, coinvolgendo in un’esperienza di relazione così intima da far “perdere la testa” nell’attimo più intenso, fino all’abbandono totale all’altro. Consenzienti, ci si spoglia prima di tutto delle nostre difese, diventando consapevolmente vulnerabili.
Continua a leggere nel libro Pensierini... in famiglia.
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