AMICIZIA E… TEMPO DI SCUOLA

L’amicizia può nascere stupenda anche sui banchi di scuola, fra lo stridio del gesso ruvido sulla lavagna e l’odore delle matite e delle gomme negli astucci;

tra le frasi sceme lasciate scritte sui diari e le voci risonanti dei professori, inconsapevoli colonne sonore della nostra gioventù. Magari con il compagno della seconda fila, condividendo con lui l’ansia della consegna di quella verifica di francese così difficile e importante. Quando speri assieme a lui in una sufficienza, perché è necessario recuperare, altrimenti… E poi congratularsi con lui per il suo risultato, anche se a te non è andata così bene.
A volte ti rendi conto di un’amicizia mentre parli a bassa voce assieme a quel compagno, con un po’ d’imbarazzo, della solita ragazza, quella carina della III D in fondo al corridoio. Complici ad ogni suono della campanella, appostati vicino alla porta della classe, curiosi e ansiosi di vederla passare riservata e sorridente a fianco delle sue compagne, senza il coraggio di rivolgerle una sola parola, completamente trasparenti ai suoi occhi.
Però, l’amicizia non è fatta solo di dolci emozioni e di ricordi, non si nutre di sentimentalismo, ma di sentimenti: sinceri, svelati, condivisi, partecipati. All’amico si raccontano progetti e speranze, fallimenti e traguardi raggiunti, sofferenze e momenti felici. Ad un vero amico si dicono cose che non confesseresti a nessun altro, perché di lui ci si fida, perché lui ti sa capire.
Non ci si chiude mai, a costo di venire feriti. Davanti a lui si abbassano le difese e ci si scopre, accettando la possibilità di essere graffiati, sapendo che comunque ne è valsa la pena.
Conversando, non si riportano solo fatti, ma si confidano sentimenti. Non si può nascondere la propria vita e il proprio mondo interiore, ma si comunica se stessi, …se si vuole davvero rischiare un’amicizia.
Si può amare senza essere corrisposti, ma non si può essere amici senza la volontà di entrambi. L’amicizia esiste se reciproca, in un rapporto alla pari, in cui sia riconosciuta uguale dignità e stessa posizione ad ognuno dei due. Pur con diverse competenze e capacità, i veri amici stanno sullo stesso piano, si stimano allo stesso modo.
L’uno deve cercare l’altro in una comune volontà d’incontro. Quando è sempre la stessa persona a chiamare, a telefonare e a farsi viva, svanisce la sensazione di sentirsi desiderati, accolti e l’amicizia è destinata finire.
Anche l’aiuto deve essere reciproco e l’ascolto non può essere a senso unico. In caso contrario, l’amicizia si trasforma in semplice relazione d’aiuto, dove la persona più debole si aggrappa all’altra usandola come appoggio perché incapace di stare in piedi da sola, o la utilizza come sfogo per le proprie ansietà, vomitandole addosso parole, parole, alla fine noiose.
Che piacevole stupore, invece, incontrare un vecchio e vero amico dopo tanti anni, e ritrovarsi seduti ad un tavolo, uno di fronte all’altro, a chiacchierare insieme come se il tempo non fosse mai passato, in intimità e confidenza, con la stessa sintonia e la medesima sensazione di una volta nel sentirsi entrambi perfettamente a proprio agio.
Qualche volta succede: quando si condividono ideali profondi, quando si continua a credere, malgrado tutto, agli stessi valori di fondo. Non importa se si scelgono vie opposte per raggiungerli o se vengono vissuti con stili diversi. Ciò che conta è sentirsi legati da quei valori e da quelle aspirazioni a cui nessuno dei due potrebbe mai rinunciare.
L’amicizia non si può comunque idealizzare. Tanto meno si deve immaginare o pretendere perfetta, proprio perché si riempie d’umano, si riempie di noi.
L’amicizia è un lungo e paziente tragitto vagliato dal passo del tempo in cui i rapporti superficiali si fermano, le relazioni legate ai bisogni inciampano, gli affetti sinceri continuano.

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