I SANTI DELLA MIA CHIESA E LE MIE PREOCCUPAZIONI

Abbasso gli occhi. Ascolto. Sospiro.
È un momento di pausa.
Le parole del parroco, fluide e continue, sembrano sciacquare tiepidamente i miei pensieri e le mie preoccupazioni...


Salgo, trascinando i piedi sui tre gradini che mi separano dall’ingresso della porta laterale della chiesa. Spingo avanti i miei due figli maggiori guidandoli verso i banchi a ridosso dell’altare. Ho qualche minuto di ritardo. La messa è appena iniziata. Sento la stanchezza dei giorni passati. Il bimbo più piccolo, è ancora in ospedale con la mamma. L’altro, con la febbre, l’ho appena preparato e portato dai nonni. Abbasso gli occhi. Ascolto. Sospiro. È un momento di pausa. Le parole del parroco, fluide e continue, sembrano sciacquare tiepidamente i miei pensieri e le mie preoccupazioni. Ciò che mi sfinisce non sono solo il lavoro extra e le poche ore di sonno, ma soprattutto l’impossibilità di sapere quando si risolverà e come evolverà la situazione. Conoscere il futuro non mi è possibile e, così, vivo ogni attimo di questo presente in un’incertezza carica d’ansia che consuma la maggior parte delle mie energie. Alzo gli occhi sopra il colonnato che regge la struttura di questa grande chiesa, oltre le arcate che si estendono su tutta la lunghezza dell’edificio. E mi sento avvolto da due alte schiere di santi che mi guardano con espressione pacata e partecipata. Circondano e sovrastano le persone presenti con le loro figure, il loro carisma, la loro saggezza e santità. Hanno i profili semplici e marcati del mosaico. Non mi sorridono ma non sono nemmeno seriosi. Sembrano capirmi, pur conoscendo il mistero di una verità più grande. Sembrano partecipare alle difficoltà della mia vita terrena, nella consapevolezza, però, di chi vede aldilà, oltre al presente, una realtà diversa, più nitida, a noi nascosta. Sospesi, intoccabili e santi, ma anche uomini, vissuti nel tempo e nel dolore. Delimitano questo strano luogo carico di forza divina, testimoni del quotidiano miracolo che impregna queste mura nel sacrificio di un Dio che non ci lascia, ma che continua a scegliere di starci vicino. Affascinanti presenze che mi inducono ad affidarmi. Mi propongono di accettare. Non trovo in loro scorciatoie al dolore, né facili ricette di felicità. Ma da quei visi e dal loro sguardo mi pervade la chiara convinzione che ogni prova finisce col finire di questa breve vita terrena, e pace e felicità sono speranze future e di una vita che continuerà.

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